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Bicerin: la storica ricetta della bavareisa torinese

food

Vanta origini antichissime ed è avvolto da un passato tanto misterioso quanto affascinante: non parliamo di un ricco ereditiero ma del Bicerin, l’analcolico torinese che da anni fa girare la testa ai suoi concittadini.

Diretto discendente della settecentesca e nobile bavareisa, il Bicerin è un trionfo di golosità formato «bicchierino», al quale risulta davvero impossibile resistere: del resto, non è un caso che il gusto avvolgente di questa tradizionale bevanda piemontese, nato dal perfetto e delicato equilibrio tra il caffè e il cioccolato, abbia scaldato anche i cuori più duri e illustri. A partire da Camillo Benso Conte di Cavour, passando per Friedrich Nietzsche fino a Pablo Picasso, il Bicerin ha addolcito la vita di una sfilza di personaggi facoltosi e abilissimi artisti: è nota la passione di Alexandre Dumas per la bevanda, ma non tutti sanno che Umberto Eco ingolosì con cioccolata e caffè il suo capolavoro ‘Il Cimitero di Praga’, o che il Bicerin stuzzicò il palato di Ernest Hemingway a tal punto da essere inserito dallo scrittore stesso fra le cento cose del mondo che avrebbe sicuramente salvato.

La bevanda a Torino è una vera e propria istituzione, tanto che è possibile gustarla in qualsiasi bar o caffè della città. In realtà, la tradizione vuole che l’originale e inimitabile Bicerin sia servito e assaporato solo nell’omonimo caffè – in pieno centro storico e di  fronte all’ingresso del Santuario della Consolata – che continua dopo anni e generazioni a custodirne gelosamente ricetta e dosi originali, così segrete da imporre un rigoroso silenzio anche al proprio personale.

La bevanda, composta da tre strati assolutamente deliziosi, cambia volto non appena vi si immerge il cucchiaino: quando la spumosa crema di latte cola verso il caffè bollente, arrivando al cuore di scioglievole cioccolato, gli ingredienti sfumano in un prezioso color oro.

Insomma, il Bicerin è tanto buono quanto bello, un analcolico consapevolmente vanesio perché sa di poter essere assaporato anche con un’occhiata sfuggente.

La ricetta originale del bicerin di Torino

Dunque caffè, cioccolata fondente e crema di latte: ingredienti così semplici e genuini fanno proprio venir voglia di mettersi dietro i fornelli per preparare il Bicerin, la bevanda perfetta per addolcire i pomeriggi di pioggia e scaldarvi il cuore.

Armatevi di pentolini, scaldate le fruste e tenetevi pronti ad una valanga di complimenti, perché nessuno potrà resistere a questo goloso connubio di caffè, latte e cioccolato preparato con le vostre mani!

Ecco cosa vi servirà per sei sfiziosi Bicerin:

Cioccolato fondente – 200 gr

Caffè – 200 ml

Sciroppo di zucchero – 1 cucchiaio

Zucchero – 2 cucchiai

Latte – 50 ml

Panna fresca – 100 ml

Iniziate mettendo sù un ottimo caffè zuccherato made in moka. Mentre lo tenete in caldo, ponete in una terrina della panna fresca e dello sciroppo di zucchero: lavorate il composto a mano con una frusta, in modo da ottenere una crema morbida e vellutata, diversa dalla consistenza della panna montata.

Infine, passate al cioccolato fondente, tritandolo finemente e fondendolo o al microonde o a bagnomaria.

Una volta ottenuti tutti gli ingredienti, è l’ora di passare alla composizione del vostro bicerin: riponete nei bicchierini la crema di cioccolato fondente, per metà della loro capienza; aggiungete poi il caffè e, dopo aver mescolato bene, unite in ultima istanza la crema di latte. 

Mi raccomando, il Bicerin deve essere assaporato caldo, anzi, bollente!

Varianti alla ricetta originale e ricette di dolci con il bicerin

In verità, il torinese bicerin si declina in tre diverse varianti: la prima è chiamata ‘il pur e barba’, ovvero una miscela di solo caffè e cioccolata fondente; la seconda variante, detta il pur e fiòr, è imparentata al più comune e famoso cappuccino; infine, il pòch ëd tut, è il bicerin che noi tutti conosciamo, composto dai tre strati di caffè, panna e cioccolato fuso.

Ultimamente il bicerin si è svecchiato, e abbandonata la crisalide rigorosa e tradizionalista del bicchiere di vetro, ha iniziato a contaminare il food torinese, con risultati a dir poco sorprendenti, non convenzionali e, manco a dirlo, squisiti.

Dimenticate la dolceamara bevanda tassativamente analcolica che conoscevate: il bicerin diventa un liquore a base di crema gianduja, tipico della tradizione torinese, dalla gradazione alcolica di 15°. Questa liquorosa tentazione dal sentore di bicerin si può gustare liscia e ghiacciato, come amaro vuole, oppure riscaldata e servita con caffè e panna, come tradizione comanda.

Se avete voglia non di bere, ma piuttosto di addentare il bicerin, provate a farne il topping di un gustoso e semplice dolce. A nostro avviso, il dessert migliore è il semifreddo alla ricotta, privo di panna, album e così perfettamente semplice che basterà una colata di Bicerin per un risultato grandioso con il minimo sforzo. 

Non vi basta perché volete inebriarvi di vera tradizione torinese? Allora non vi resta che cimentarvi in un’eroica e laboriosa torta mandorle, noci e Bicerin: niente di più delizioso e genuino per i veri puristi della cultura gastronomica del territorio.

Come si serve il bicerin tradizionale di Torino

Diffidate da chi vi serve i bicerin nel volgare e antiestetico bicchierozzo di plastica: tutti sanno che, questa squisitezza a tre strati, merita una coppa degna di un re… torinese!

Del resto, chi abita a  Torino sa bene che la bevanda va presentata solo ed esclusivamente nei tradizionali bicchieri alti o in oblunghi calici, tutti rigorosamente in vetro. Un’alternativa meno conosciuta, ma comunque perfettamente in linea con la tradizione, vede il bicerin immerso in un lucente bicchiere con protezione e manico di metallo, come ricorda lo stesso Umberto Eco ne Il cimitero di Praga.

Ultimamente, i ristoratori si sono sbizzarriti nella presentazione del bicerin, proponendo delle mise en place moderne e per nulla convenzionali.

C’è chi, pur abbandonando la sinuosità del calice, non vuole rinunciare all’eleganza del vetro. Solitamente, lo squadrato e virile bicchiere da amaro è l’alternativa più amata dai caffè e dai bar torinesi, in quanto comodo da maneggiare, bello da guardare e, soprattutto, abbastanza capiente per il bicerin. Anche il boccale da birra adempie perfettamente alle sue mansioni ma, nonostante le avance dei ristoratori più estrosi e intrepidi, nessun torinese si sente ancora pronto a bere la cioccolata dallo stesso bacino del luppolo. 

Anche il flute sta cominciando a prendere piede ma, nonostante la sua natura scenografica, non riesce a superare la ‘prova cucchiaino’: la presentazione è davvero notevole e d’effetto, peccato però che sia un’opzione parecchio restrittiva per chi vuole gustare comodamente la bevanda.

Una novità che inizia ad essere apprezzata anche dai clienti più scettici è rappresentata dalla tazzina da caffè, sia essa in vetro o in ceramica. Del resto, il bicerin non è altro che un espresso arci-goloso, motivo per il quale non stona all’interno dell’italianissima tazzina da caffè italiana. L’unica pecca? Neanche il tempo di una cucchiaiata e via, il bicerin è bello che finito: quando si dice che le dimensioni contano.

Infine, per chi ama sorseggiare il bicerin delle cinque in compagnia del cicaleccio delle amiche più care, ecco la raffinata e sontuosa tazza da tè in porcellana: il suo fascino inglese e l’allure ottocentesca vi farà sentire delle vere nobildonne in attesa di Ambrogio, il maggiordomo del vostro cottage nello Yorkshire.

Come conservare il bicerin in bottiglia o fatto in casa

Il bicerin è nato per essere bevuto bollente, e non è accettabile dal sentire comune lasciarne una goccia sul fondo dell’iconico bicchiere di vetro.

Ovviamente, la situazione cambia quando lo si prepara in casa: scorte e barattoli stracolmi della bevanda invaderanno ogni angolo della vostra cucina, impazienti di essere conservati e gustati solo in un secondo momento.

Il nostro consiglio è di non guarnire il bicerin homemade con il latte, specialmente se non è previsto un consumo immediato e prossimo nel tempo. Piuttosto, sigillate per bene i barattoli, e fate conservare il composto di caffè e cioccolata in frigo per 7 giorni, trascorsi i quali la crema sarà pronta. 

Una volta pronto, conservate il bicerin in un luogo fresco e asciutto, lontano sia dal sole che dai torinesi che non vedono l’ora di papparselo!

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